L’euforia

Quando Alessio ha contattato il suo Agente per vendere un appartamento a Cagliari non sapeva che di lì a due anni avrebbe perso migliaia di euro.

Anni in cui Alessio ha bruciato 35 mila euro netti in un letale gioco al ribasso. E il peggio è stato accorgersi di aver deciso spontaneamente, mese dopo mese, di rivedere il prezzo del suo immobile. La scena si ripeteva sempre uguale: chiamata dell’Agenzia per informare di un possibile acquirente, visita all’immobile, tentativo di ribassare il prezzo, compratore che prende tempo e svanisce nel nulla.

L’euforia al pensiero di chiudere in fretta l’affare ha lasciato presto il posto alla frustrazione e l’ansia per non esserci ancora riusciti.

I dubbi

In Alessio iniziano a farsi strada dubbi pesanti, di quelli che martellano la testa e non lasciano dormire la notte. Domande come l’Agenzia starà facendo realmente un buon lavoro?

I giorni passano e Alessio ha più fretta di chiudere l’affare, perché l’immobile necessita di manutenzioni e il mercato sta cambiando le sue regole. È arrivato il COVID e i compratori sono sempre meno disposti a rischiare un mutuo per acquistare uno dei beni più costosi sul mercato. Questo fa pensare ad Alessio che i prezzi potrebbero calare ulteriormente, esponendolo ancora di più a una possibile perdita.

La resa

Non ci sono alternative, bisogna abbassare il prezzo e sperare che un compratore si faccia vivo, pregando che il mercato resti clemente.

Quando l’Agenzia chiama, quel venerdì mattina, Alessio decide subito di accettare un compromesso sul prezzo, passando dai 200 mila iniziali a 165 mila. Il compratore stavolta non deve scappare, domani il ribasso potrebbe essere più pesante.

L’affare si conclude, ma ad Alessio resta un senso di insicurezza. Non capisce se sia stata la sfortuna a creare tutti questi problemi o se l’Agenzia non abbia esattamente giocato per la squadra.

L’alternativa

Alessio avrebbe potuto evitare tutto questo stress fin dal principio.

Prima di tutto se fosse stato informato dei reali prezzi di mercato, che due anni prima gli avrebbero consentito di vendere al 10% in più.

In secondo luogo se l’Agenzia non avesse accettato passivamente la sua proposta di valutazione per portare a casa l’incarico di vendita.

Infine se l’Agente Immobiliare non fosse stato un mediatore qualsiasi ma un vero e proprio consulente di parte, pagato per risolvere problemi. Uno che avesse tutelato Alessio dal rischio di perdere tempo e denaro e fatto vendere il suo immobile in tempi brevi, al miglior prezzo possibile.

Ad Alessio, per vendere casa senza perdere soldi, non serviva un’Agenzia Immobiliare, serviva un consulente di parte.

Non sai cos’è? Te lo spiego qui.