Normativa europea case green: cosa c’è da sapere?
La normativa europea case green sta avendo un impatto rilevante sul mercato immobiliare italiano, inducendo venditori e acquirenti a rivedere le loro strategie per conformarsi ai nuovi requisiti di efficienza energetica. Secondo una recente indagine sono quasi 2,5 milioni gli italiani che hanno deciso di mettere in vendita la propria casa, preoccupati dai potenziali costi di ristrutturazione necessari per adeguarsi alle nuove direttive.
Cosa prevede direttiva case green?
La direttiva stabilisce che tutti i nuovi edifici privati dovranno essere a emissioni zero entro il 2030, mentre quelli di proprietà pubblica dovranno raggiungere questo obiettivo già dal 2028.
Per gli edifici residenziali esistenti i Paesi membri dovranno ridurre l’energia media usata (rispetto al 2020) almeno del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Si dovrà inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, stabilendo requisiti minimi di efficienza energetica per tutto il settore edilizio.
Dal 2025, sarà vietato concedere sovvenzioni per caldaie autonome a combustibili fossili, ma saranno ancora permessi incentivi per sistemi di riscaldamento che utilizzano energie rinnovabili, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
La normativa non si applicherà agli edifici agricoli e storici, inoltre gli Stati membri potranno escludere anche altri edifici per il loro valore architettonico, ma anche chiese e luoghi di culto.
Normativa europea case green: focus sull’Italia
La normativa europea case green che, come abbiamo visto, punta a migliorare l’efficienza energetica degli edifici, sta ovviamente influenzando il settore immobiliare.
Circa 3 milioni di acquirenti hanno cambiato i loro criteri di ricerca, optando per case già efficienti e conformi alle direttive dell’UE. Al contrario, quasi 800.000 italiani stanno cercando intenzionalmente case con basse prestazioni energetiche per risparmiare sul prezzo d’acquisto e procedere poi all’adeguamento.
La direttiva dell’UE potrebbe interessare fino a 5 milioni di case sul nostro territorio, con costi di ristrutturazione stimati tra 20.000 e 55.000 euro per famiglia.
Questi costi preoccupano molti italiani: un’indagine ha mostrato che il 43% di chi conosce la norma è spaventato dalla possibilità di dover sostenere tali spese, tanto che alcuni stanno pensando di vendere le proprie case per evitarle.
Normativa europea case green e APE
Con la nuova direttiva europea case green l’Attestato di Prestazione Energetica (APE) verrà modificato significativamente. Saranno introdotte nuove classi energetiche e il documento fornirà più dettagli sulle prestazioni globali. Includerà anche un passaporto di ristrutturazione per guidare gli interventi di miglioramento energetico e numerosi dati sugli edifici.
La direttiva risponde alla necessità di affrontare le differenze tra i vari sistemi nazionali che usano scale e formati diversi, aspetto che rende difficile la comparazione a livello europeo.
Per questo motivo, viene introdotto un sistema di misurazione comune e un modello di documento unico a livello europeo.
Entro il 29 maggio 2026, l’attestato di prestazione energetica dovrà essere conforme al modello dell’Unione europea e indicare le classi di prestazione energetica dell’edificio su una scala da A a G, dove A corrisponde agli edifici a emissioni zero e G agli edifici con le prestazioni peggiori. Le altre classi, da B a F, dovranno avere una distribuzione adeguata degli indicatori di prestazione energetica.
I dati da indicare saranno:
- La classe di prestazione energetica.
- Il consumo annuo di energia (primaria e finale), espresso in kWh/(m2.a).
- La percentuale di energia rinnovabile prodotta.
- Le emissioni di gas a effetto serra (kgCO2/(m2.a) e valore del GWP nel ciclo di vita, se disponibile).
L’attestato di prestazione energetica deve anche includere, ad esempio, il fabbisogno di energia, la capacità dell’edificio di reagire a segnali esterni e di adattare il consumo di energia, e la capacità del sistema di distribuzione del calore di funzionare a temperature più basse o in modo più efficiente.
Conclusioni sulla normativa europea case green
Abbiamo visto che la direttiva colpisce numerosi immobili presenti sul nostro territorio e che la spesa prevista per l’adeguamento sarà alquanto impegnativa.
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