Esenzione IMU prima casa senza residenza: cosa succede se i coniugi vivono in case diverse?
Quando si parla di IMU sulla prima casa sorgono spesso dubbi legati a situazioni particolari, come quella in cui marito e moglie non vivono sotto lo stesso tetto. Una delle domande più frequenti riguarda proprio la possibilità di ottenere l’esenzione IMU prima casa senza residenza condivisa.
Il tema ha generato nel tempo interpretazioni diverse e ha portato anche a contenziosi giunti fino alla Corte Costituzionale e alla Cassazione. In questo articolo vedremo cosa prevede la normativa attuale e in quali casi si può usufruire dell’esenzione.
Esenzione imu prima casa: cosa prevede la legge se i coniugi non hanno la stessa residenza?
L’articolo 144 del Codice Civile stabilisce che i coniugi concordano l’indirizzo della vita familiare secondo le esigenze di entrambi. Di conseguenza, è possibile che marito e moglie abbiano residenze anagrafiche diverse, anche in immobili situati in Comuni differenti, senza violare alcuna norma. Questo, però, non basta per ottenere l’esenzione IMU su entrambe le abitazioni: è necessario analizzare cosa prevede la legge dal punto di vista fiscale.
In passato, l’esenzione IMU sulla prima casa era riconosciuta solo a uno dei due coniugi, anche se risiedevano in abitazioni diverse. Questo principio si basava sull’idea di “abitazione principale” riferita al nucleo familiare.
La svolta è arrivata con la sentenza n. 209/2022 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale la norma che limitava l’esenzione a una sola abitazione per la famiglia. Oggi, quindi, è possibile ottenere l’esenzione IMU prima casa senza residenza nello stesso immobile, se vengono rispettati requisiti precisi.
Requisiti esenzione imu prima casa: come ottenere i vantaggi
Per beneficiare dell’esenzione IMU su due abitazioni distinte, i coniugi devono:
- avere residenza anagrafica e dimora abituale ognuno nel proprio immobile;
- possedere l’immobile a titolo esclusivo o in comproprietà separata;
- utilizzare effettivamente l’abitazione come dimora principale;
- dimostrare che non si tratta di una scelta elusiva o artificiosa.
Residenza in Comuni diversi
Quando i coniugi risiedono in due Comuni differenti, è possibile ottenere l’esenzione IMU per entrambe le abitazioni, purché ognuno dimostri:
- la residenza anagrafica nell’immobile per cui chiede l’esenzione;
- la dimora abituale effettiva nella stessa casa.
Questa interpretazione è stata confermata anche dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 9620 del 13 aprile 2025, che ribadisce il diritto all’esenzione in presenza di due abitazioni principali effettivamente utilizzate da ciascun coniuge. Le stesse regole valgono anche per le unioni civili.
Residenze diverse nello stesso Comune
Un’altra situazione frequente riguarda i coniugi che vivono in abitazioni separate ma nello stesso Comune. In passato, il Decreto Legge 201/2011 prevedeva l’esenzione solo per un’abitazione.
Anche questo limite è stato superato dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2022. Oggi, l’esenzione IMU prima casa senza residenza condivisa è possibile, sempre a condizione che ogni coniuge:
- abbia la residenza anagrafica e la dimora abituale nell’immobile di proprietà;
- usi effettivamente l’abitazione come prima casa, e non solo formalmente.
Esenzione IMU prima casa senza residenza: cosa succede in caso di separazione?
Un caso a parte è quello dei coniugi separati, sia legalmente che di fatto. Vediamo le differenze.
- Coniugi legalmente separati
Quando la separazione è formalizzata, i coniugi vengono considerati due unità fiscali distinte. Ognuno può quindi ottenere l’esenzione IMU sulla propria abitazione, se rispetta i soliti requisiti: residenza anagrafica nell’immobile e dimora abituale effettiva nella stessa casa.
- Separazione di fatto
Anche in caso di separazione di fatto, la sentenza 209/2022 riconosce la possibilità di esenzione per entrambi i coniugi, a patto che vivano stabilmente e abitualmente in abitazioni diverse. La situazione deve essere reale e documentabile.
Esenzione IMU prima casa senza residenza: validità retroattiva e rimborsi
Un aspetto molto importante introdotto dalla sentenza del 2022 è la possibilità di applicare la nuova interpretazione con effetto retroattivo.
Chi ha versato l’IMU negli anni precedenti, pur avendo i requisiti per l’esenzione, può chiedere il rimborso. È possibile recuperare l’imposta versata fino a 5 anni indietro, presentando apposita istanza al Comune, a condizione che il pagamento sia stato effettuato in base alla norma poi dichiarata incostituzionale.
In sintesi
L’esenzione IMU prima casa senza residenza nello stesso immobile è oggi ammessa in presenza di due abitazioni principali effettivamente utilizzate.
- Vale per coniugi con residenze diverse, sia nello stesso Comune che in Comuni differenti.
- È possibile ottenere rimborsi fino a 5 anni per IMU versata in modo non dovuto.
- I requisiti fondamentali sono: residenza anagrafica, dimora abituale e uso effettivo dell’immobile.
Conclusione
La normativa sull’esenzione IMU prima casa senza residenza condivisa si è evoluta negli ultimi anni, grazie a importanti interventi della Corte Costituzionale e della Cassazione.
Oggi, chi vive in un’abitazione distinta dal coniuge, purché rispetti i requisiti previsti dalla legge, può beneficiare dell’esenzione. Tuttavia, è fondamentale analizzare il proprio caso specifico, poiché i Comuni possono effettuare controlli per verificare la reale situazione abitativa.
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